Nel
1912 Randolph Kirkpatrick, che da anni si occupava della tassonomia
delle spugne, si trovava nell’isola di Porto santo, arcipelago di
Madeira, per raccogliere spugne della specie Merlia
normani,
in quanto voleva verificare in questo strano animale la presenza di
spicole calcaree e silicee insieme. Le
spugne diventeranno del tutto secondarie rispetto ad una scoperta
sensazionale...
Ma
lasciamo parlare direttamente il nostro Randolph, con
un brevissimo frammento dall’edizione
del 1917 della sua ‘Nummulosfera’ (430
pagine!):
At
this stage I went on a dredging expedition to Porto Santo Island, and
in spare time examined the volcanic rocks. To my amazement I
found in them traces of Foraminiferal shells. At Madeira, also, the
igneous rocks revealed similar structures. On returning to London, I
examined in the Natural History Museum volcanic rocks from all parts
of the world, and in every instance detected the shells. Lastly, I
found similar objects in granite and other Plutonic rocks, in
meteorites and in abyssal oozes. I published a small book entitled '
The Nummulosphere: An account of the organic origin of so- called
Igneous Rocks and of Abyssal Red Clays,' with two plates of
photographs of the supposed shells. The book was, I believe, regarded
by some as a symptom of mental derangement on the part of the author.
I have no cause for complaint, for my startling statements were not
supported by sufficient evidence, and I had only a partial glimpse of
a great truth.
Traduzione:
In
quei giorni partecipai ad una spedizione di dragaggio sull’Isola di
Porto Santo, e nel tempo libero esaminai le rocce vulcaniche. Con mio
grande stupore, vi trovai tracce di conchiglie di foraminiferi. Anche
a Madeira, le rocce ignee mostravano strutture simili. Una volta
tornato a Londra, ho esaminato al Museo di Storia Naturale altre
rocce vulcaniche provenienti da tutte le parti del mondo, ed ogni
volta ho trovato questi gusci. Infine, ho trovato oggetti simili nel
granito ed in altre rocce plutoniche, nelle meteoriti e nei fanghi
abissali. Ho pubblicato un piccolo libro dal titolo 'La Nummulosfera:
un resoconto dell'origine organica delle cosiddette rocce ignee e
delle argille rosse abissali', con due tavole fotografiche delle
presunte conchiglie. Il libro è stato, credo, considerato da alcuni
come un sintomo di squilibrio mentale da parte dell'autore. Non ho
motivo di lamentarmi, perché le mie dichiarazioni sorprendenti non
erano supportate da sufficienti prove, e ho avuto solo un assaggio
parziale di una grande verità.
Non
importa sapere cosa sia un Nummulite (wikipedia può aiutare),
basta sapere
che, per il povero Kirkpatrick, esso era diventato LA spiegazione, il
mattone della storia della vita, presente fin dal Precambriano e
onnipresente in tutte le rocce. Una teoria del tutto, ma
geo-paleontologica.
Credo
che ci sia molto da imparare, per chiunque si interessa di scienza,
dalla riflessione sul lavoro di Kirkpatrick.
Il
primo insegnamento ha a che fare con l’osservazione. Si dice che un
vero scienziato deve basarsi sull’osservazione. Randolph
Kirkpatrick fondava la sua teoria della nummulosfera sulle
osservazioni, riportava figure e disegni interpretativi che, a suo
vedere, erano perfettamente coerenti e supportavano
l’ipotesi che intendeva dimostrare. Possiamo opinare sulla qualità
delle osservazioni, ma il metodo resta rigoroso. Possiamo pensare che
il metodo non sia sufficiente?
Il
secondo insegnamento ha a che fare con la potenza delle idee. Una
visione interpretativa come quella di Kirkpatrick è potentissima,
totalizzante, in grado di deformare la visione e di “guidare”
l’osservazione verso la conferma
dell’idea-guida stessa. Un potente filtro che si auto-sostenta.
Dobbiamo stare molto attenti alle grandi idee: più sono grandi, più
sono potenzialmente devastanti.
Il
terzo insegnamento è quello di non fidarsi di nessuno, ma prima di
tutto di se stessi. Noi siamo i nostri peggiori nemici, siamo in
grado di farci molto male se abbiamo troppa fiducia nelle nostre
capacità (anche se ne abbiamo troppo poca però...).
Alla
prossima.